Dopo avervi raccontato qui due degli ultimi progetti di Aicem con il programma Erasmus+, abbiamo messo a confronto le esperienze di due volontarie nel doppio ruolo di partecipanti e coordinatrici nei progetti SPED e “Inspire, Create and Empower”.
Abbiamo messo due progetti Erasmus+ a confronto in questa intervista. Ci hanno raccontato com’è andata Sabrina Sanna, board member e responsabile dell’area amministrativa dell’associazione, per il progetto SPED e Guanda Laya, che sta svolgendo il servizio civile nella sede calabrese di Aicem, per il progetto “Inspire, Create and Empower”. Sabrina e Guanda sono coloro che hanno partecipato a questi progetti e che più da vicino e si sono occupate della pianificazione e organizzazione delle attività e della logistica.
Le attività
Abbiamo cominciato chiedendo alle volontarie come fossero state le esperienze vissute. Come fossero andati i progetti. Entrambe hanno dato a questa domanda una risposta positiva. Per entrambe, infatti, è stata una bella esperienza anche e soprattutto per le possibilità di crescita, confronto e conoscenza di altri giovani fornite dai progetti.
Abbiamo poi chiesto loro come fossero andate le attività programmate all’interno del progetto e in che misura avessero preferito alcune ad altre.
Nel caso di Sabrina, ciò che più le è piaciuto, oltre alle attività sportive svolte, è stato quando una speaker esterna ha affrontato il tema dell’inclusione in campo comunicativo. “Ci ha provato a far riflettere su quali fossero le modalità di comunicazione che si possono attuare all’interno di un contesto in cui si vorrebbe essere inclusivi ma si sbaglia nel parlare, non si riesce… non si sa bene cosa dire e cosa non dire. Si pensa di dire bene le cose e invece in qualche modo anche non volendo si offende la sensibilità di qualcuno”, racconta Sabrina. È stato un importante momento di riflessione.
Nel caso di Guanda, nonostante la gran parte delle attività l’abbiano interessata e le siano piaciute, ce n’è stata una che più di tutte l’ha fatta riflettere e in qualche modo l’ha arricchita. “L’attività che davvero mi è piaciuta di più è stato un testo che abbiamo letto. Era l’ultimo giorno. E questa attività ci è stata data dal gruppo svedese. Era una lettura in cui erano presenti 5 personaggi. Dovevamo classificarli dal migliore al peggiore rispetto alle azioni che intraprendevano. Ogni gruppo leggendo e valutando questo testo ci ha fatto capire che la classificazione dal migliore al peggiore dipende dalla propria cultura, dalle proprie evidenze, dai propri punti di vista, e può essere totalmente diversa da persona a persona. Questo ti arricchisce molto e ti fa porre domande come “quella persona come è arrivata a pensare queste cose?”. E può dipendere dalla sua situazione, dal percorso scolastico, dalle esperienze di vita ecc”.
I risultati attesi
Per il progetto SPED erano previsti degli outcome: la creazione di un Manuale Educativo e di un Podcast. Abbiamo chiesto a Sabrina di dirci qualcosa in più a riguardo e di descriverceli un po’: “Il manuale vuole essere una raccolta di buone pratiche su quelle che possono essere le attività di educazione non formale all’interno dello sport che possono favorire l’inclusione. Ogni associazione”, ci racconta Sabrina, “ha portato e raccontato all’interno del manuale un proprio progetto che è stato di successo ed è definibile come una buona pratica”.
“Nel caso di Aicem il tema è stato quello della gender equality che è uno dei nostri temi cardine. Quindi l’esempio che abbiamo portato noi è stato uno dei progetti di cui siamo stati partner che è “In campo diversi ma uguali”. È stata una campagna di sensibilizzazione al tema. Un progetto che ha funzionato e che ha portato allo sviluppo di tante altre attività. E che quindi può essere considerato una buona pratica e di esempio per le altre organizzazioni, per come sia possibile creare ed implementare un progetto. Per quanto riguarda il podcast, invece, è stato registrato durante le attività con l’obiettivo di richiamare l’attenzione e pubblicizzare le buone pratiche del manuale.
La logistica e i ruoli delle nostre volontarie
Siamo poi passati a parlare della parte più tecnica dei progetti in questione. Abbiamo chiesto a Sabrina e Guanda come fosse andata la gestione logistica e organizzativa dei progetti e di cosa si fossero occupate loro.
Entrambe ci hanno detto che, a parte piccoli incidenti di percorso legati prettamente agli spostamenti, l’organizzazione è andata abbastanza bene poiché ogni partner ha avuto in carica gli eventi sul proprio territorio.
Nel caso del progetto SPED, Sabrina e altri volontari e volontarie si sono occupati e occupate di organizzare il meeting . “è stato abbastanza facile rispetto ad altre cose che abbiamo organizzato. Dovevamo nella pratica fare la valutazione di come stesse andando il progetto fino a quel momento. Abbiamo preparato le basi per finire il manuale e registrare poi il podcast e poi abbiamo fatto vedere delle realtà locali in cui noi abbiamo effettivamente fatto attività”. Portando ad uno scambio vero e proprio tra le varie organizzazioni partecipanti. Sabrina, all’interno del suo progetto, si è occupata di gestire la logistica in senso stretto: organizzare gli spostamenti, gestire il budget e come strutturare manuale e podcast.
Guanda, invece, all’interno del progetto Inspire, Create, Empower si è occupata di produrre materiale, come video e foto delle attività, per i canali social di Aicem.
Oltre ai risultati che i progetti si propongono di raggiungere, abbiamo chiesto ad entrambe se ci fossero stati altri risultati raggiunti.
Dal punto di vista di Sabrina, si sono creati delle occasioni di crescita per i volontari e le volontarie che hanno partecipato: rispetto al tema trattato dell’inclusività e potenziali future nuove collaborazioni con le altre associazioni.
Guanda ritiene che in un certo qual modo gli obiettivi che il progetto si poneva di raggiungere sono stati ampiamente superati, che il progetto è riuscito a creare un reale scambio tra giovani e realtà diverse educando alla diversità.
Le conclusioni
Per concludere abbiamo chiesto ad entrambe cosa loro abbiano appreso da questa esperienza e che si porteranno sempre dietro come bagaglio personale.
Guanda ci ha detto come da questa esperienza abbia capito come è importante l’ascolto degli altri, delle loro opinioni ed esigenze. Sabrina dice di essersi concentrata e aver appreso le buone pratiche da mettere in campo per gestire al meglio l’organizzazione di progetti, di coglierne fino in fondo il senso e di saper trasmettere questa conoscenza agli altri.