Oggi ci occuperemo del secondo obiettivo per lo sviluppo sostenibile individuato dall’Agenda 2030: “Fame Zero”.
Al pari della situazione riguardante la povertà nel mondo, anche per quanto riguarda la questione della fame nel mondo, importanti passi avanti si sono fatti a partire dall’inizio del nuovo millennio, con una netta diminuzione delle persone che vivono in uno stato di malnutrizione (dal 15% al 11% della popolazione mondiale).
Nonostante i dati incoraggianti, la fame nel mondo è, tutt’oggi, una problematica di vasta portata e meno lontana dal nostro contesto di quanto si possa pensare. Nonostante i numeri che arrivano dai Paesi in via di sviluppo siano allarmanti, tendiamo a considerarli come la misura di una realtà lontana su cui non abbiamo potere. Ed è su quest’ultima osservazione che occorre riflettere. Infatti, il globo deve essere pensato come un unico insieme all’interno del quale le diverse aree si influenzano a vicenda: ogni fenomeno non è a sé stante ma è influenzato, e influenza a sua volta, altre dinamiche anche fisicamente lontane tra loro. Guardando al fenomeno attraverso questa lente, non possiamo che pensare a quanto anche noi abbiamo un peso sulla questione della fame nel mondo che ci conferisce importanti responsabilità. Ogni piccolo gesto compiuto nel nostro quotidiano può, infatti, migliorare le nostre vite, contribuendo, allo stesso tempo, a raggiungere obiettivi condivisi a livello globale.
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per contribuire all’obiettivo “Fame Zero”?
Uno dei primi passi da compiere per contrastare la fame nel mondo è rappresentato dalla riduzione degli sprechi. Lo spreco alimentare coinvolge tutta la catena, dalla produzione al consumo. Per quanto riguarda ognuno di noi, fare attenzione ai cibi che mettiamo a tavola e controllare la data di scadenza dei cibi sono piccole accortezze che richiedono un minimo sforzo ma che hanno in realtà importanti riflessi sulle nostre vite. Da una parte, fare attenzione ai cibi ci consente di condurre una vita più sana, dall’altra, la riduzione degli sprechi alimentari si traduce in una salvaguardia dei nostri risparmi. Il piccolo guadagno del nostro quotidiano è a sua volta parte di un circolo virtuoso che, in un mondo pensato come fatto di numerose e continue interconnessioni, contribuisce a dare una risposta ad una problematica più ampia e diffusa, quale la fame nel mondo.
Un ruolo importante per diffondere tali abitudini è sicuramente giocato dall’educazione che partendo dalle nostre famiglie deve arrivare a coinvolgere l’intera società, favorendo l’adozione di abitudini alimentari sostenibili che abbiano, dunque, un basso impatto ambientale e che possano favorire la salute alimentare.
Ma quali sono i traguardi che concretamente si vogliono raggiungere entro il 2030?
2.1 Porre fine alla fame e garantire a tutte le persone un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno
2.2 Porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l’arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane
2.3 Raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di cibo su piccola scala, in particolare per donne, popoli indigeni, famiglie di agricoltori, pastori e pescatori,
2.4 Garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili, questo significa: implementare pratiche agricole resilienti che aiutino a proteggere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri e che migliorino progressivamente la qualità del suolo
2.5 Mantenere la diversità genetica delle sementi, delle piante coltivate, degli animali da allevamento e domestici e delle specie selvatiche affini, anche attraverso banche di semi e piante diversificate e opportunamente gestite a livello nazionale, regionale e internazionale;
2.a Al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, aumentare gli investimenti in infrastrutture rurali, ricerca agricola e formazione, sviluppo tecnologico e le banche di geni vegetali e animali
2.b Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e facilitare l’accesso rapido alle informazioni di mercato, incluse le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’instabilità estrema dei prezzi dei beni alimentari