Giornata mondiale del rifugiato, tante le iniziative e gli appelli per creare finestre di dialogo e comprensione. Monito e testamento di quanto sia stato fatto e di quanto ancora si potrebbe fare.
di Carolina Saputo.
Cosa vuol dire diventare un rifugiato? Scappare, fuggire il più lontano possibile dalla propria terra natìa senza mai voltarsi indietro, per salvaguardarsi da sanguinosi scenari di guerra come da persecuzioni di tipo politico o etnico-religioso, anche a costo di abbandonare inevitabilmente la propria casa, la propria famiglia, i propri affetti e aprendo inevitabilmente una ferita difficile da rimarginare, a meno che non si decida di fare i conti con il proprio passato.
Oggi, nel giorno in cui ricorre l’anniversario per la Giornata mondiale del rifugiato, voluta dalle Nazioni Unite dopo la stipula della convenzione riguardante proprio lo status degli stessi, il dibattito relativo a tali questioni sembra quanto mai aperto e attuale, non del tutto ancora esaurito, sicuramente troppo spesso strumentalizzato da chi si nutre quotidianamente di “pane e stereotipi”, alimentando la politica del terrore in un pericoloso gioco senza via d’uscita.
La disinformazione può provocare danni a cui diventa sempre più complesso porre rimedio, ed è per questo motivo che anche quest’anno Amnesty International decide di fare la propria parte scendendo in campo (in senso sia metaforico che letterale), con l’organizzazione di un Flash Mob che si terrà alle ore 11 a Roma, in Piazza della Rotonda, con il solo ed unico scopo di richiedere percorsi che siano “legali e sicuri” per chi non ha altra soluzione che la fuga. All’iniziativa hanno aderito organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti di rifugiati, migranti e richiedenti asilo come Arci e Oxfam, le quali denunciano come negli ultimi anni, centinaia di migliaia di rifugiati e richiedenti asilo in fuga da conflitti, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, abbiano messo a rischio la propria vita in cerca di sicurezza e protezione, abbiano vissuto abusi, estorsioni e violenza nei paesi d’origine e lungo tutto il percorso, perdendo molto spesso anche la vita durante il tragitto.
Secondo Amnesty, nel mondo e in Europa si continua ad affrontare la crisi dei rifugiati in maniera caotica e disumana, costruendo muri e facendo accordi scellerati e illegali con paesi non sicuri, come la Libia e la Turchia; da qui parte quindi la conseguente richiesta algoverno italiano, come a parte dell’Unione europea, volta ad incrementare i posti disponibili e accelerare il processo di reinsediamento di rifugiati in Italia ed Europa da paesi di prima accoglienza come Libano e Kenya usando vie legali e sicure, favorendo i ricongiungimenti familiari e privilegiando la protezione delle persone più vulnerabili.
D’altro canto l’UNHCR non intende certo stare a guardare, ma decide di lavorare contemporaneamente su due fronti, lanciando unacampagna di comunicazione e raccolta fondi dall’8 al 28 Giugno con cui attraverso una donazione sarà possibile fornire oggetti utili al primo soccorso che vanno dalla tenda per 5 persone alla tanica per l’acqua, e appoggiando il progetto che prende il nome di “Refugee food festival”, ideato dai due videomaker Marine Mandrila e Louis Martin e avente luogo in diversi ristoranti e bistrot parigini dal 17 al 21 Giugno: per 5 serate la nouvelle cousine lascerà quindi spazio a hummus e tabbouleh con l’unico scopo di usare il cibo come strumento fondamentale per la conoscenza e l’integrazione tra culture, superando diffidenze e pregiudizi che attanagliano ora più che mai una città ancora scossa dal terrorismo. Indifferenza e odio per ciò che non si conosce lasciano ampio margine di lavoro alla cooperazione e alla formazione di nuovi legami, in un mondo spettatore che vuole diventare esclusivamente attore.
Anche l’European Court of Human Rights ha cercato di fare chiarezza sui concetti e le differenze fra migranti, rifugiati e richiedenti asilo attraverso un video esplicativo che cerca di andare a fondo alla questione. All’interno sono presenti tutti i dettagli sull’argomento, a partire dai Diritti Umani dei rifugiati, agli aspetti legali internazionali riguardanti la richiesta di asilo politico. Il video è stato prodotto appositamente dalla Corte Europea in collaborazione con il programma del Consiglio d’Europa “Human Rights Education for Legal Professionals”.
A completare le numerose iniziative della Giornata Mondiale del Rifugiato, è Tomáš Boček, rappresentante del segretariato generale del Consiglio d’Europa sui migranti e i rifugiati, con un appello importante ai leader europei : “Ogni persona ha il diritto di cercare protezione e sicurezza dalle guerre e da altre forme di persecuzione. Vorrei incoraggiare figure pubbliche come politici, leaders di comunità civili e religiose, a condannare, in maniera tempestiva e decisa, i discorsi d’odio e inoltre difendere nei loro discorsi quei valori che rendono l’Europa unita durante i momenti difficili: il rispetto dei diritti umani per tutti”.