Il laboratorio “Agire pensando” nasce per sviluppare e rafforzare le competenze di educatori ed insegnati della prima infanzia. E soprattutto per garantire autonomia e creatività ai bambini attraverso la realizzazione di attività pratiche.
Il laboratorio “Agire pensando” ha avuto luogo presso il Centro Studi Einstein, Asilo nido “Giocando sulle Nuvole” ad Alatri (Frosinone) e ha coinvolto insegnanti ed educatrici in un ciclo di 4 incontri avvenuti tra ottobre e novembre 2016.
Gli obiettivi
Gli obiettivi da raggiungere attraverso questa iniziativa riguardavano diversi punti chiave:
- supporto dello sviluppo creativo dei bambini
- miglioramento della comunicazione all’interno dell’equipe educativa
- rafforzamento delle abilità sensoriali e motorie dei bambini
- utilizzo di strumenti non convenzionali, attraverso le metodologie dell’educazione non formale.
Questi importanti traguardi sono stati raggiunti grazie ad una precisa metodologia di lavoro che include seminari e gruppi di lavoro oltre che esercitazioni sulla base di precisi progetti didattici (spesso rivolti alla soluzione di un problema).
I quattro incontri proposti, della durata di 3 ore ciascuno, partono da attività pratiche che mettono in condizione le educatrici di apprendere aspetti, anche nuovi, di alcuni laboratori pratici da realizzare con i bambini o di approfondire quelli che già si realizzano. La seconda fase del laboratorio prevede un momento di restituzione e fissazione dei messaggi chiave, in modo che la testa possa essere ben consapevole di cosa abbia fatto la mano.
Il metodo non formale utilizzato aiuta le educatrici ad avere il doppio punto di vista, quello del bambino, e quello proprio del loro ruolo di educatore.
Il fulcro del percorso formativo è il bambino, le sue esigenze di sviluppo e di autonomia; intorno al bambino si costruiscono poi gli interventi mirati ad aiutarlo a diventare autonomo. Riprendendo ispirazione dal metodo Montessori, il metodo Munari e alcune altre buone prassi raccolte e documentate negli anni nei servizi educativi romani, si offre un percorso che supporta il lavoro quotidiano dell’educatore rafforzando quando già di ottimo fa e suggerendo alcuni piccolo accorgimenti che però fanno una grande differenza nel micro cosmo in evoluzione del bambino.
Entriamo nel vivo della quattro giornate.
Primo incontro. I materiali e la coordinazione.
Le attività, in questo primo incontro, sono state pensate per mettere le educatrici nella condizione di creare e organizzare uno spazio dove coinvolgere e interagire con i bambini (per esempio parlare loro a bassa voce li porta maggiormente a fidarsi dell’insegnate e a stringere una relazione più solida). In questo spazio è importante lavorare con assenza di giudizio, così da dare libero spazio alle potenzialità del bambino di manifestarsi. L’educatrice deve trasmettere la libertà e il piacere di “fare per fare” così da limitare lo stato d’ansia o la preoccupazione del bambino. Organizzare uno spazio fisico equivale ad una buona organizzazione mentale.
Secondo Incontro. Cooperando e lavorando.
Dopo aver organizzato lo spazio entro cui il bambino può esprimersi è importante utilizzare questo ambiente organizzato per lo sviluppo di connessioni che aiutino il bambino ad organizzarsi in base al suo pensiero e alla successiva volontà di agire. La conoscenza dell’organizzazione dello spazio circostante aiuta il bambino a muoversi meglio nel suo spazio ed a esprimersi tenendo in mente il suo obiettivo individuale.
Terzo Incontro. Il laboratorio del “colore”.
Lavorare anche con un solo colore, o se vogliamo con un solo materiale, consente di sviluppare un progetto di lavoro in cui l’individuo può esprimersi nella sua autenticità e individualità. Non c’è bisogno di tante cose, ma di saperle usare in maniera strutturata. Lavorare in maniera autonoma porta ad una più grande conoscenza di se stessi e delle proprie emozioni, lavorare in gruppo invece consente di relazionarsi e di sperimentarsi con l’altro.
Quarto incontro. “Ragioniamo insieme”.
L’ultimo incontro è importante per fare il cosiddetto “Punto della situazione”, di mettere a fuoco quelli che sono stati i punti chiave del laboratorio.
- Il cibo non è mai un giocattolo;
- Lo spazio pensato
- Il tempo (rispetto del tempo dei bambini)
- La cura e l’accoglienza
- L’organizzazione
- Il non giudizio e la libertà di espressione
- Il rispetto dell’autenticità di ognuno.
Durante ogni giornata ciascuna educatrice avrà la possibilità di esprimere le difficoltà che ha incontrato e ragionare su cosa ha trovato utile e l’ha ispirata. Sarà questo un modo per riflettere insieme e crescere ragionando su quello che riteniamo sia più importante: la crescita e l’educazione dei bambini.
Al termine del percorso ogni partecipante avrà iniziato a modificare una parte del proprio modello operativo quotidiano, utilizzando quegli strumenti che più gli sono utili per fare il suo lavoro: aiutare i bambini a diventare autonomi e competenti.